A maggio 2018 sono stata a Mosca 5 giorni per andare a trovare mia sorella che studiava lì.
Avevo scritto questo articolo al tempo, ma poi non l’avevo mai pubblicato perché sicuramente interessa a pochi rispetto ad altri argomenti di cui mi occupo giornalmente.
Ora, tempo di quarantena, di soldi che scarseggiano, di social che non parlano d’altro che del COVID c’è bisogno, almeno per me, di pensare al dopo. Di pensare ad altro. Vi lascio l’articolo che rimarrà qui in attesa di tempi migliori, sperando che possa esservi utile e che mi penserete quando tra qualche mese prenderete quel volo 🙂
Io a Mosca non c’ero mai stata, quindi inutile dire che alla curiosità della città si è aggiunta quella dei sapori tipici russi.
Ho assoldato mia sorella per trovare i locali più carini e tipici in cui mangiare, oltre ai giri prettamente turistici. Purtroppo col passare del tempo ho cancellato un po’ di foto, questo è ciò che rimane.
Prima di iniziare a raccontare, una piccola premessa va fatta: i russi non mangiano solo alimenti tipici russi ma anche piatti provenienti dai paesi ex sovietici, con qualche contaminazione dall’Oriente.
Ad esempio Mosca è piena di ristorantini georgiani, uno di questi (vicino al mio ostello, in zona Taganskaja) è stato proprio la prima tappa.
Vi riporto i nomi dei piatti principali e dove li ho mangiati ma chiaramente i piatti potete trovarli anche in qualsiasi altro posto sparso per Mosca.
Il locale è molto carino, ha una veranda esterna e un interno su due piani molto curato (qui su TripAdvisor).
Abbiamo mangiato un Khatchapuri, una sorta di pane/focaccia al formaggio con sopra un uovo. E’ senza carne, buonissima ed è un ottimo cibo da aperitivo da dividere in due persone.
Come secondo piatto abbiamo preso Phkali, una sorta di patè vegetale a forma di polpettine a base di spinaci, melanzane e barbabietola con tanto coriandolo, una spezia molto usata nella cucina georgiana. Erano conditi con noci, melograno e olio. A me non sono piaciute tanto, a mia sorella sì. Da bere 2 birre non filtrate (tra l’altro con ogni 2 birre ce n’era un in omaggio, capito sti russi?).
E’ un mercato al coperto in cui trovare qualsiasi tipo di frutta fresca, frutta secca, formaggi, carne, pesce fresco ed essiccato. Per mangiare c’è l’imbarazzo della scelta: ci sono tantissimi ristorantini che propongono la cucina di tutte le parti del mondo: dalla cucina vietnamita, greca, giapponese, francese, daghestana, israeliana, armena..
In qualsiasi posto scegliate di mangiare vi verrà dato un vassoietto; alcuni locali dispongono di qualche tavolino altri invece non ne hanno proprio. Consiglio comunque di prendere il vassoio e spostarsi a mangiare sulle terrazzine sopra elevate e piene di piante, da cui potete ammirare il mercato dall’alto.
Noi abbiamo deciso di tentare la cucina coreana e abbiamo preso dei piatti a base di riso, verdure e carne marinata. Buoni ma un po’ troppo dolciastri per i miei gusti.
Questo ristorante si trova nella zona di Arbat, il vero centro di Mosca. Qui si mangia cucina tipica russa, compresi piatti siberiani (qui su TripAdvisor).
Pelmeni con panna acida. Qui abbiamo ordinato i pelmeni, pasta ripiena simile nell’aspetto ai nostri ravioli. Si può scegliere il ripieno, dal maiale stufato al manzo con cipolle, al salmone, ad un ripieno vegetale. Per quanto riguarda i ripieni di carne solitamente è carne mista, molto speziata.
Io li ho presi con carne e cipolla, accompagnati da panna acida (dovete chiederla a parte). Sono molto buoni e qui ho sentito tanto l’influenza della cucina orientale, soprattutto nel ripieno che ricordava quello dei ravioli cinesi per quanto più delicato. La panna acida invece è poco saporita, più simile ad uno yogurt compatto che ad un formaggio.
Come dolce abbiamo preso i bliny: sono praticamente uguali alle crepes di cui si può scegliere il ripieno (cioccolato, marmellata di frutti rossi, latte condensato / latte condensato bollito). Possono essere anche consumate nella versione salata, ripiene di carne o formaggio o verdure.-
Da bere ho preso il Mors, una bevanda analcolica tipica russa derivante dalla fermentazione dei frutti rossi. Mi è piaciuta molto perché non era dolce e si accompagnava bene ai piatti russi.
Il parco Gorkji è il parco più famoso di Mosca. Ad ogni angolo c’è una fontana, alcune molto grandi, da cui arriva musica sovietica, laghetti in cui affittare i pedalò, centri sportivi (c’è persino il beach volley) e casottini in cui affittare le bici all’interno del parco.
Negli enormi spazi verdi ci si può sdraiare su dei grossi materassi tra gli alberi oppure sulle sdraio intorno ai vari laghetti. C’è anche un cinema all’aperto: nei momenti in cui non proietta ci si può sdraiare sui gradoni e ricaricare il cellulare. Tutto contornato da distese di fiori.
Per mangiare c’è abbastanza scelta, di sera ancora di più perché aprono dei casottini molto carini in cui fare un aperitivo rinforzato o una cena. Di giorno sono chiusi e si può scegliere tra ristoranti, pizza, hamburger, gelati e poco altro.
Noi abbiamo mangiato dell’hummus di ceci (io con pomodori, mia sorella con pollo marinato) accompagnato da una piadina.
Da bere ho provato il Kvas,una bevanda di segale fermentata quasi analcolica (1%, la birra mediamente ha il 3-4% di alcol), dal colore simile alla coca cola; in questa bevanda la segale si sente molto e a me è piaciuta. Non sono però riuscita a finirla perché era un po’ troppo dolce per i miei gusti.
All’interno del parco si trova il Museon, un museo a cielo aperto, in cui sono state installate le statue di personaggi importanti legati alla Russia. E’ un salto nell’ex URSS, tra busti di Lenin ed enormi monumenti in ferro con la falce e il martello, simbolo del comunismo.
Proseguendo attraverso il Museon si arriva a costeggiare la Moscova, il fiume di Mosca. La passeggiata è molto suggestiva: ci sono fontane, panchine in legno e installazioni ondulate in cui sono esposti i quadri degli artisti locali (Central House of Artists Gallery).
Terminata la passeggiata per Park Gorkji abbiamo proseguito verso un altro quartiere di Mosca, dall’altra sponda della Moscova. Per arrivarci infatti bisogna attraversare un ponte che porta dritto alla chiesa del Cristo Salvatore.
La vista è davvero bellissima da lì e i moscoviti più temerari si siedono sul ponte (i lati sono piatti e abbastanza larghi da potercisi sedere) con le gambe penzoloni ad ammirare la Moscova al tramonto. Superata la chiesa si arriva al quartiere Ottobre Rosso, il mio preferito di tutta Mosca.
Se potessi, ci vivrei.
Fino al 2007 il quartiere ospitava la più vecchia fabbrica di cioccolato della Russia, un grande edificio di mattoni rossi che ad oggi è stato frazionato e occupato da locali e ristorantini.
Il quartiere è in fermento, con i suoi localini e le vie piene di murales.
All’interno della ex-fabbrica c’è la discoteca più famosa di Mosca, il Gipsy. Si può vedere all’interno anche senza entrarci perché un intero lato del locale è costituito da finestre ed effettivamente è molto molto bello.
Dopo un giro per il quartiere sotto il sole, ci siamo fermate a prendere qualcosa da bere: limonata fatta in casa, ghiacciata, perché morivamo di sete dopo la camminata in Park Gorkji.
Abbiamo scelto uno dei locali più belli di Ottobre Rosso, sia per l’arredamento sia per la posizione. La peculiarità dei locali in questo quartiere è che spesso hanno dei veri e propri finestroni che partono dal pavimento ed arrivano al soffitto, ma senza vetro.
Dall’interno del locale si ha quindi un affaccio diretto sulla Moscova mentre dall’esterno sembra di far parte comunque della vita che si svolge dentro i locali.
NB. Per un posticino con vista è meglio prenotare perché è molto ambìto.
Altri bar invece sono delle vere e proprie terrazze, che sorgono sopra i casottini più bassi o rialzati su strutture in legno come fossero palafitte.
Non potevamo non andarci e quindi abbiamo fatto un secondo stop in una di queste terrazze molto romantiche e curate, con una vista pazzesca sulla Moscova e su Cristo Salvatore: lo Strelka Bar.
Sul lato opposto alla terrazza, si scende una scalinata che dà su un piccolo cortile, con un tavolo da ping pong e uno spazio di coworking dove poter pensare, rilassarsi e lavorare in gruppo.
All’ora del tramonto spesso bisogna aspettare qualche minuto per riuscire a sedersi, ma dopo aver ordinato il vostro drink non potrete far altro che rilassarvi *io ero così rilassata che non ho fatto foto dello Strelka ma vi ho messo una foto di un altro bar, sorry *.
Per cena abbiamo mangiato in un ristorante che il mercoledì e il venerdì fa musica jazz dal vivo. Quando si prenota chiedono se si vuole il tavolo vicino o lontano dalla musica; noi abbiamo scelto il tavolo vicino e non è stato per niente fastidioso.
Se si è in tanti non si riesce a parlare da un capo all’altro del tavolo -se non sovrastando la musica- ma credetemi non vorrete nemmeno farlo: i musicisti sono bravissimi e ogni 2-3 brani c’è qualche minuto di pausa.
Questo ristorantino vale davvero la pena.
Per quanto riguarda il cibo io ho ordinato una zuppa di pollo con noodles fatti in casa: non c’entra niente con l’equivalente cinese in quanto a sapore e i noodles erano molto simili alle nostre tagliatelle.
In più su consiglio di mia sorella ho ordinato del pane di segale che si trova solo in quel ristorante: è stato servito a losanghe e credo che fosse ripassato nell’aglio e fritto. A me non è piaciuto molto perché era poco saporito mentre mia sorella l’ha adorato. Non vi resta che provarlo 😀
Il parco è lontano dal centro di Mosca, ci vuole almeno un’oretta per raggiungerlo, ma vale la pena. Si arriva facilmente con la metropolitana: in questo momento l’uscita che dà direttamente sul parco è in costruzione quindi per ora si esce dalla stazione dei treni.
Da lì bastano fare 5 minuti a piedi per raggiungere il parco ma il contrasto vi sorprenderà.
In questo breve tragitto vi imbatterete sulla destra in un ammasso di casottini, prevalentemente rivenditori di materiale tecnologico, dai telefonini ai pc ai pezzi di ricambio. E’ molto degradato e contrasta tantissimo con la magnificenza del parco a pochi minuti da lì.
Julien – pasta sfoglia e carne speziata. Noi ci siamo addentrate per curiosità e per cercare qualcosa da mangiare. Dopo un brevissimo giro ci siamo fermate a prendere due Julien: una sorta di pasta sfoglia/pane tipico di non mi ricordo quale ex repubblica sovietica , ripieno di carne molto speziata, porri e aromi. Buonissimo e untissimo, per due di quelli più una bottiglietta d’acqua abbiamo speso meno di 3 euro.
Dopo è iniziato il nostro giro al parco, molto curato come tutti i parchi russi. La peculiarità è che oltre al parco c’è la residenza dello zar e una parte di parco è in realtà un bosco con grotte artificiali e pergolati, in cui ripararsi dal sole nelle giornate d’estate e respirare aria pulita. Anche qui ci sono dei materassi in cui sdraiarsi per tutto il parco e musica dalle fontane.
Abbiamo cenato in un ristorante vicinissimo alla Piazza Rossa e al Cremlino. Il ristorante, come la maggior parte dei ristoranti a Mosca, era russo ma proponeva piatti da tutto il mondo.
Abbiamo preso una tartare di tonno e avocado e un piatto coreano: cetrioli a julienne, cavolo fermentato, riso, salmone crudo e tonno, anguilla marinata, omelette, alghe e semi di sesamo vari. Ad accompagnare ogni piatto c’è sempre una zuppa di miso.
Noi abbiamo mangiato fuori ma si può mangiare anche dentro, tra l’altro è anche molto carino.
Dopo abbiamo fatto un giro per la Piazza e per i giardini Alexander di notte, forse ancora più bella che di giorno: potete ammirare San Basilio, il Cremlino e il GUM, un enorme centro commerciale che di notte diventa un’attrazione spettacolare perché l’intero edificio è contornato da luci.
Questo posticino è nella zona di Tretyakov , anche questo all’interno del Park Gorkji. Il museo ha una sezione dedicata solo all’architettura e al design e ospita eventi di rilievo come la Biennale. L’altra sezione è dedicata all’arte contemporanea e le esposizioni sono temporanee. Il biglietto costa circa 7 euro.
Prima di recarci al museo abbiamo pranzato nei dintorni, a circa 10 minuti a piedi rispetto al Museo, nel quartiere vecchio di Tretyakov.
Abbiamo trovato un posto che proponeva 3 diversi tipi di menù fisso: antipasto, piatto principale, contorno e drink; antipasto, zuppa e drink; antipasto, piatto principale, secondo piatto, contorno e drink.
Noi abbiamo scelto la prima opzione: io ho preso tutto a base vegetale mentre mia sorella tutto a base di carne.
Per lei: carpaccio di manzo con verdure + pollo teriaki+ patate al forno
Per me: hummus di piselli, fave e cocco con carote e sedano da intingere + taco con tempura di funghi.
Il contorno in Russia non è la verdura. Per loro il contorno (“side dish”) è una ciotola di riso o di grano saraceno o di ceci o di patate o di purè, quasi mai è presente la verdura.
I drink invece sono bevande analcoliche, esclusa l’acqua. Tra le alternative c’era il Mors (la bevanda di frutti rossi/mirtilli e in questo caso anche di ciliegia); il tè verde o il tè nero (molto buoni perché infusi in foglie); bibite varie gassate.
Abbiamo speso circa 5-6 euro a testa ed era tutto davvero molto buono.
Per cena abbiamo mangiato in un ristorante sempre nel quartiere Tretyakov ma dal lato opposto rispetto al Museo.
Non sono riuscita a recuperarne nome e indirizzo.
Il ristorante ha una veranda nella corte interna, molto molto bella e agibile anche con la pioggia come nel nostro caso.
Alle mura esterne che circondavano la veranda in legno c’erano appesi dei ripiani in legno con libri e fiori, inutile dire che me ne sono innamorata. Anche qui c’era la musica dal vivo ma era forse un po’ troppo forte: noi abbiamo deciso di stare fuori.
Io ho ordinato l’appetizer della casa, davvero molto abbondante: pane di segale e pane bianco tostati su cui spalmare salsa di melanzane, salsa di tonno e aringa, salsa all’aglio e coriandolo, salsina con la feta, pomodorini. Come primo piatto ho preso delle polpette (che loro chiamano cotolette), dalla forma allungata e infilate in degli spiedini, di salmone e di merluzzo con un purè di verdure.
Mia sorella ha preso del pane con del formaggio e dell’aringa marinata e di primo dei pancakes agli zucchini con salmone crudo: i suoi piatti erano buoni ma poco abbondanti infatti ho diviso con lei il mio appetizer che invece era eccessivo.
Abbiamo poi preso il dolce, una Napoleon: millefoglie ripiena di mascarpone con fragole e frutti rossi, veramente trooooppo buona.
Nota negativa: cameriera scortesissima e che non parla una parola d’inglese.
Nelle zone dei parchi ma anche in giro per il centro di Mosca potete trovare venditori ambulanti di gelato: hanno dei mini frigo con all’interno dei gelati già pronti con l’aspetto però di gelati artigianali, non di gelati confezionati.
Sono un po’ diversi dai nostri, perché sono più piccoli e il cono è in realtà ha la forma di un trapezio.
Ciascuno è ad un solo gusto (cioccolato, panna, pistacchio e fragole) e costa 70 rubli, circa 1 euro.
L’abbiamo voluto provare, pensando che non sarebbe stato buono ne abbiamo preso uno da dividere: invece cavolo! La pasta del cono è quella classica che si trova anche nelle nostre gelaterie, mentre il gelato è più morbido del nostro, molto buono e riempie tutto il cono. E’ il tipico snack da passeggio dei russi insieme al caffè da asporto.
La Russia è famosa per la vodka, l’alcolico più conosciuto dell’est Europa. Noi abbiamo fatto qualche aperitivo ma sempre con alcolici leggeri come la birra o un bicchiere di vino.
Solo una sera dopo cena abbiamo assaggiato dei cocktail in un locale stupendo vicino alla Piazza Rossa.
Ci abbiamo lasciato 30 euro per 4 drink (che è un prezzo normale in alcuni locali Italia, ma abbastanza alto per la Russia) ma credo siano stati i cocktail più buoni della mia vita.
Non fatevi ingannare dagli ingredienti, non sono affatto dolci e ogni ingrediente è dosato alla perfezione. La cameriera è super gentile e disponibile a consigliarti in base al tipo di alcolico di base che vuoi o al gusto (dolce, secco..).
Mezzi di trasporto
Nonostante Mosca sia estremamente trafficata (l’anno scorso è stata la capitale mondiale del traffico) è facile muoversi con i mezzi pubblici o mezzi ecosostenibili.
Metropolitana: è la più grande del mondo (ha una linea in più di quella di Londra) ed è organizzata benissimo, oltre ad essere famosa per la bellezza delle fermate metro. Tutti a Mosca la utilizzano perché collega benissimo la città. In più è un vero e proprio museo a cielo aperto, ogni stazione è affrescata secondo la propria particolarità artistica.
Un biglietto costa 55 rubli (circa 80 centesimi), ma io consiglio di farvi la tessera (Troika) che potrete ricaricare alle macchinette e con la quale un biglietto costa 36 rubli (50 centesimi).
La tessera funziona anche sugli autobus. Mi raccomando, entrate sempre dalla porta più vicina al conducente perché gli autobus russi hanno i tornelli: per accedere dovrete passare il biglietto fatto al momento oppure la tessera e i costi sono gli stessi del biglietto della metro.
Unica difficoltà? La stessa stazione metro prende un nome diverso a seconda della linea che prenderete (ad esempio se ero nella zona in cui si prendeva la metro marrone la mia stazione di partenza si chiamava Taganskaja, se dovevo prendere la metro gialla la stessa stazione da Taganskaja diventava Marxo..)
Bike sharing: per tutta la città ci sono stazioni di bike sharing. Basta scaricare un app e registrarsi. Se utilizzate la bici per spostamenti brevi (meno di 30 minuti) il noleggio è gratis.
Taxi super economici: il costo della vita a Mosca è più basso rispetto all’Italia ma la cosa è particolarmente evidente per i taxi. Scaricando l’app si può chiamare il taxi più vicino, scegliere la tipologia di auto e sapere in anticipo quanto costerà il tragitto senza alcun supplemento. La cosa più rilevante è che ad esempio un tragitto di un’ora vi costerà tra i 5 e i 7 euro, impensabile in Italia. Il taxi diventa l’unica alternativa dopo l’una di notte, quando la metro è chiusa (riapre alle 5 del mattino). Attenzione che quando piove i taxisti sanno di essere fondamentali e il prezzo della tratta sale di qualche euro 😉
Inquinamento: Mosca è estremamente inquinata, la presenza di smog e polveri si percepisce nell’aria.
Raccolta differenziata: in Russia non si fa la raccolta differenziata, una cosa assurda ormai nel 2018. Il dato è spaventoso se si pensa all’estensione della Russia: è come se tutta Europa non riciclasse.
Zone verdi
Mosca è piena di parchi e giardini, in qualsiasi zona, in cui è addirittura vietato fumare nonostante l’aria aperta.
I russi ci tengono moltissimo, infatti se ci andate in primavera non troverete mai una aiuola non curata o un fiore appassito ma solo piante rigogliose e fiori appena sbocciati e probabilmente qualcuno che sta piantando qualcos’altro.
Appena i fiori non sono più belli come appena sbocciati sradicano tutto e li ripiantano: noi l’abbiamo visto fare ai giardini Alexander in cui siamo andate due giorni di seguito. Il giorno prima i fiori erano stupendi ma il giorno dopo in quella stessa aiuola c’era solo terra e delle persone che stavano ripiantando i bulbi.
Pulizia della città
La città è molto tenuta bene, le strade vengono pulite continuamente, anche di notte. Le panchine vengono ridipinte veramente spesso, vi sfido a trovare una panchina scrostata.
Acqua. L’acqua non è potabile. Questa è una di quelle cose che rende Mosca incredibilmente lontana dall’Europa e dal resto del mondo Occidentale. Il mio consiglio è quindi di tenere sempre una scorta di acqua in hotel e/o di bollire l’acqua del rubinetto prima di berla.
Wi-Fi: a Mosca ci sono due reti che funzionano bene (Do.Mu.Ru e Moscow Wi-Fi) ma spesso per accedere chiedono un numero russo. Io ce l’avevo ma ho deciso di non attivare nessuna promozione per internet per il periodo in cui sono stata in Russia, quindi ho avuto comunque difficoltà.
Potete provare ad agganciarvi al Wi-Fi anche col numero italiano, ma considerate che in certe zone non funziona e c’è la possibilità che stiate molte ore senza internet.
Lingua. La maggior parte dei russi non parla inglese: è un vecchio retaggio dell’ex URSS e una conseguenza della politica economica degli ultimi anni. Non aspettatevi che vi vengano incontro o che cerchino di farsi capire perché sono davvero molto scortesi. Armatevi di dizionario bilingue con le frasi più importanti da sapere.
In Russia è obbligatorio togliersi le scarpe (ad esempio quando si entra in un hotel o in casa di qualcuno, vi verranno date delle ciabatte) e il cappotto quando si entra in un ufficio. Se non lo fate sarete considerati molto maleducati, soprattutto d’inverno quando entrando con le scarpe e il cappotto porterete con voi la neve e la fanghiglia.
Portate sempre con voi il passaporto, lo chiedono soprattutto ai turisti e senza quello potete fare ben poco.
Polizia russa. Comportatevi bene perché qualsiasi infrazione è considerata un reato, indipendentemente dalla sua gravità. Se commettete due reati in Russia, anche minori come non fare un biglietto o attraversare col rosso, non potrete mai più tornarci.
Insomma, è una città particolarissima sia dal punto di vista dei sapori che della cultura. Queste sono le cose che hanno colpito me, il resto scopritelo voi appena potete.
Camilla
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